Recensione agli ultimi due libri di Giorgio Fin e Giancarlo Zarzanello

Epilogo di una “odissea partigiana” & Con le armi in pugno

 .. vecchie argomentazioni bocciate prima di tutto dalla logica, ma riproposte al fine di una sbiadita difesa ad oltranza di alcune “imperfezioni” che invece vanno finalmente affrontate.
La Resistenza non ha nulla da nascondere, la «Resistenza [è] perfetta».

Risposta di Fin e Zorzanello e replica di Dossi

MONTECCHIO PRECALCINO 1859

Piccole grandi battaglie di metà ottocento : A FILO’ CON ARMONICA E BASTONI

di Modesto Brian e Domenico Zamboni (in Quaderni Breganzesi n.29/2016, pag.32-44)

Venerdì 4 novembre 1859, Montecchio Precalcino, contrada Preara, ore dieci del mattino. La scena che si presenta agli occhi di Maria Campese, che sta tornando a casa dopo essere stata a lavare i panni, è quantomeno insolita.

Un giovane, sembra con una ferita alla testa, è sdraiato semivivo sopra a della paglia nel portico di casa sua. [1] “Nulla egli parlava, però dava segni di vita, ed anzi bevette dell’acqua che gli veniva sporta dall’agente comunale”. Le sembra di riconoscerlo: è Giobatta Bonato, di Fara, fratello di una sua amica. Comunque lei più di tanto non se ne cura e torna ai suoi lavori.