Recensione agli ultimi due libri di Giorgio Fin e Giancarlo Zarzanello

Epilogo di una “odissea partigiana” & Con le armi in pugno

 .. vecchie argomentazioni bocciate prima di tutto dalla logica, ma riproposte al fine di una sbiadita difesa ad oltranza di alcune “imperfezioni” che invece vanno finalmente affrontate.
La Resistenza non ha nulla da nascondere, la «Resistenza [è] perfetta».

Risposta di Fin e Zorzanello e replica di Dossi

LA VALLE DELLA GIOVINEZZA

Storia dell’ultimo “Campo Dux” e i ragazzi di Salò in Val d’Astico

“Se per “sfida storiografica” intendiamo un nuovo modo di fare “revisionismo”, certamente più giovanile, ma soprattutto tanto ambiguo da riuscire a farsi pubblicare e segnalare anche dagli istituti storici della Resistenza, non posso darti torto, la sfida è stata vinta!

Se puntuale contestualizzazionericostruzioneaccurata ricerca e analisi delle fonti, significa richiamare ogni tanto, alla bisogna, storici di meritata fama, per poi avvallare tesi insostenibili storicamente con ricostruzioni contraddittorie, testimonianze a senso unico e documentazione insufficiente e di comodo, allora non capisco più la differenza tra ricerca storica e il suo esatto contrario!”

IL GRAPPA e il revisionismo storico

Recensioni di Pierluigi Dossi 

     Dopo Eccidi sul Monte Grappa, Eccidio di Carpanè e Brigate partigiane sul Massiccio del Monte Grappa, con Vite spezzate, pensavamo che con la “Tetralogia Bassanese” avessimo toccato il fondo, ma così non è stato.

La collana viceversa si è arricchita e sono entrati ufficialmente nel gruppo altri “storici”. Infatti, dopo la pubblicazione di Una famiglia in fuga di Francesco e Benito Gramola, altre opere hanno fatto capolino nel panorama storiografico. Opere come Casàri, disertori e renitenti sul Grappa di Gianandrea Borsato e Benito Gramola e Vite violate nella Lotta di Liberazione Vicentina, ancora di Benito Gramola.

Libri che ancora una volta vi invitiamo sinceramente a leggere, non fosse altro perché vi rendiate conto di persona che con la loro narrazione molto gesuitica, con ipocrisie, sottintesi, facilonerie, inesattezze storiche anche gravi, sono in realtà testi “revisionistici”, una narrazione tossica sulla Resistenza, che da un lato prova a screditala, se non a criminalizzarla, e dall’altro propone riabilitazioni anche infami.

Di seguito, scaricabili, le prime due recensioni pubblicate: