Chi siamo

Centro Studi Storici Giovanni Anapoli e Francesco Urbani “Pat”

 

     Il Centro Studi è un centro di ricerca sulla storia contemporanea Vicentina, con particolare riguardo al ‘900, ma al tempo stesso è un importante strumento culturale per la diffusione dei valori resistenziali e costituzionali, oggi peraltro sottoposti a continui e sempre più pericolosi attacchi volti a stravolgerli o negarli.

 

     Trattandosi di un Centro Studi che nasce a Montecchio Precalcino, il nome di Giovanni Anapoli si è imposto come di persona che dopo aver mantenuto vivi nella clandestinità antifascista i valori di Giustizia, Libertà e Democrazia durante tutta la dittatura, ha saputo tradurli nell’impegno quotidiano tanto nella partecipazione alla lotta di resistenza, quanto alla vita politico-amministrativa di Montecchio Precalcino. Amico personale e Compagno di lotta di Sandro Pertini e Pietro Nenni, massimi dirigenti del movimento antifascista e socialista internazionale, dopo aver dato tanto, senza nulla chiedere per se, decise di ritirarsi a vita privata. Per la sua alta statura politica e morale, come già il Circolo Socialista, anche il Centro Studi Storici non poteva che portare il suo nome.

     Giovanni Anapoli, cl.07, nasce a Montecchio Precalcino da Girolamo e Maria Meneghin. In paese frequenta i socialisti di Preara, tra cui Tressanti Alessandro, poi fuoriuscito in Francia nel ’30. Dal febbraio 1927 è Allievo Guardia di Finanza a Roma dove entra in contatto con il Partito Socialista ormai clandestino; nell’agosto del ’28 è trasferito alla Legione di Torino e l’11 febbraio 1933 è congedato. E’ in questi anni da Finanziere che risale la sua amicizia con Sandro Pertini e Pietro Nenni. Rientrato a Montecchio Precalcino continua la sua attività clandestina, e pur con i suoi molti viaggi a Verona, Milano, Torino e Genova, riesce a non farsi individuare dall’Ovra.

Con l’entrata in guerra dell’Italia, Giovanni è richiamato alle armi presso la Legione “Due Piavi” di Venezia e assegnato ai reparti della Guardia di Finanza addetti alla difesa costiera: Brigata “Sottomarina”, “S. Croce” e “Giudecca”. Il 5 maggio 1943 viene congedato.

Dopo la caduta del fascismo, il 25 Luglio ‘43, tutto subisce un’accelerazione e dopo l’8 settembre Giovanni è uno degli uomini più fidati di cui il Partito Socialista dispone per mantenere i contatti con il CLN vicentino.

Dopo la Liberazione Giovanni rappresenta il PSI nel Comitato di Liberazione Nazionale di Montecchio Precalcino e nel ’46 è eletto Consigliere Comunale e Vice Sindaco.

Con il ritorno della Democrazia, dopo aver dato tanto, senza nulla chiedere per sé, decide di ritirarsi a vita privata, chiede di essere richiamato nella Guardia di Finanza e dal gennaio 1948 è alla Legione di Trento.

     Francesco Urbani “Pat”, cl.23 nasce a Villaga da Alessandro e Maria Luisa Vignato. Allievo del prof. Mario Dal Prà al Liceo classico Pigafetta di Vicenza, è cresciuto negli ideali di libertà e giustizia pur negli anni difficili del fascismo. Iscritto al primo anno di medicina, dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43, si rifiuta di indossare la divisa della RSI. Prima “renitente” e poi “ribelle”, sceglie la via della montagna, seguito dal fratello Antonio “Gatto”, cl.25, assieme al quale e ad alcuni giovani amici di Canove e dell’Altopiano, forma un gruppo partigiano in collegamento con l’Ing. Giovanni Carli “Ottaviano”. Numerose le azioni militari compiute, grazie anche al sostegno della popolazione e della sua famiglia, il papà Alessandro, medico condotto di Canove, Cesuna e Treschè Conca, l’altro fratello Pierluigi “Pipi”, le sorelle Luisa “Juna” e Flavia Domitilla “Doremi”, alla mamma Maria Luisa e alla “mamma B” Amelia Masorgo “Milia”, nominata per meriti resistenziali e del lavoro Cavaliere della Repubblica dal Presidente Sandro Pertini. Sfuggito al rastrellamento e alla battaglia di Granezza, è diventato uno dei capi più prestigiosi della Resistenza sull’Altopiano, al pari di “Giulio”, “Leo”, Ivan”, “Broca”, “Attila”, Bill.

Laureato in medicina dopo la Liberazione, si è specializzato in odontoiatria e ha esercitato la professione per molti anni a Venezia. Tornato a Vicenza e a Dueville, ha sviluppato un’intensa attività culturale per promuovere gli ideali della giovinezza. Membro dell’Istituto Storico della Resistenza, componente della segreteria e del comitato provinciale dell’ANPI, con il suo comandante Giulio Vescovi “Leo”, ha patrocinato e tenuto a battesimo l’Associazione Unitaria Partigiani & Volontari della Libertà “Livio Campagnolo” di Montecchio Precalcino, da cui è scaturito il Centro Studi Storici che porta anche il suo nome. 

PAT” il gigante

     Il Pat si piazzava lì dove sale la strada, in modo da essere visto, armato sino ai denti, con il cappellaccio in testa. Essendo molto alto, bastò che sante l’avesse descritto come enorme e terribile, che ammazzava i prigionieri bloccando con una mano le loro gambe e roteando nel senso inverso la loro testa con l’altra. Glielo fece vedere anche con il cannocchiale. Incredibile, quelle belve che ammazzavano con la facilità con cui giocavano, furono terrorizzate al punto di arrendersi pur di non cadere nelle mani del «Gigante»”.

(da Anni ribelli. Ricordi di vita e lotta partigiana sull’Altopiano, di Antonio Urbani, 2004.)

     Il Centro Studi Storici “Giovanni Anapoli e Francesco Urbani Pat” è associato all’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea della Provincia di Vicenza “Ettore Gallo”.