Dopo l’attacco informatico “craker” – nazi-fascista che ha oscurato il nostro sito, stiamo recuperando e aggiornando i vecchi articoli, e nel contempo proponendovene di nuovi. Ora e sempre, Resistenza!


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N. B. Le copie cartacee del presente volume sono terminate, ma è possibile qui scaricarlo integralmente, eccetto per ora, le quattro mappe topografiche dei rastrellamenti.
Per la ricchezza delle fonti d’archivio e l’ampiezza della bibliografia utilizzata, al fine di non appesantire eccessivamente il volume si è scelto di pubblicare in cartaceo solo quelle ritenute fondamentali. Per eventuali approfondimenti si rimanda quindi all’elenco completo qui scaricabile.
Anche per gli indici dei nomi, dei luoghi, dei reparti, e per gli aggiornamenti degli Elenchi dei Caduti dell’Operazione “Piave”, nonché del “Correggi errori” di testo e mappe topografiche, si rimanda agli elenchi qui scaricabili.
Infine, le foto utilizzate nel volume provengono dall’Archivio del Centro Studi Storici “Giovanni Anapoli e Francesco Urbani Pat”, già di archivi privati. Quelle contrassegnate con ● sono conservate dal Bundesarchiv di Koblenz, Fond Polizeidienststellen in Italien – Archivio Federale di Coblenza, Fondo Dipartimenti di Polizia in Italia; le foto non originali dell’epoca e provenienti da ricostruzioni storiche, e contrassegnate ●●, sono state inserite al solo fine di rendere vivo il racconto.
Piccole grandi battaglie di metà ottocento : A FILO’ CON ARMONICA E BASTONI
di Modesto Brian e Domenico Zamboni (in Quaderni Breganzesi n.29/2016, pag.32-44)
Venerdì 4 novembre 1859, Montecchio Precalcino, contrada Preara, ore dieci del mattino. La scena che si presenta agli occhi di Maria Campese, che sta tornando a casa dopo essere stata a lavare i panni, è quantomeno insolita.
Un giovane, sembra con una ferita alla testa, è sdraiato semivivo sopra a della paglia nel portico di casa sua. [1] “Nulla egli parlava, però dava segni di vita, ed anzi bevette dell’acqua che gli veniva sporta dall’agente comunale”. Le sembra di riconoscerlo: è Giobatta Bonato, di Fara, fratello di una sua amica. Comunque lei più di tanto non se ne cura e torna ai suoi lavori.
di Domenico “Nico” Garzaro e Pierluigi Damiano Dossi “Busoi”
ALCUNE NOTIZIE SULLA FAMIGLIA DEI CONTI NIEVO
Se dovessimo dare credito agli storici e ai genealogisti vicentini dei secoli passati, la famiglia dei conti Nievo affonderebbe le sue radici nella Roma imperiale, per poi passare a Milano, quindi a Verona e infine a Vicenza. In realtà, le più recenti ricerche archivistiche fanno convergere gli indizi sulla Verona del XII secolo e sull’area gravitante tra la stessa Verona e Vicenza. A Verona risiedeva infatti quel Balzanello, figlio di Guido del fu Rozo da Montorio, vassallo del Monastero di Santa Maria in Organo, ucciso il 26 giugno 1194 nei pressi di Montebello Vicentino da Malacappella dei conti Maltraversi.
A tutt’oggi però non è ancora storicamente accertato se un altro Balzanello, figlio di Sigonfredo, investito del feudo di Montecchio Precalcino il 1 dicembre 1333 dal Vescovo di Vicenza Francesco Temprarini, sia …
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Storia dell’ultimo “Campo Dux” e i ragazzi di Salò in Val d’Astico
“Se per “sfida storiografica” intendiamo un nuovo modo di fare “revisionismo”, certamente più giovanile, ma soprattutto tanto ambiguo da riuscire a farsi pubblicare e segnalare anche dagli istituti storici della Resistenza, non posso darti torto, la sfida è stata vinta!
Se puntuale contestualizzazione, ricostruzione, accurata ricerca e analisi delle fonti, significa richiamare ogni tanto, alla bisogna, storici di meritata fama, per poi avvallare tesi insostenibili storicamente con ricostruzioni contraddittorie, testimonianze a senso unico e documentazione insufficiente e di comodo, allora non capisco più la differenza tra ricerca storica e il suo esatto contrario!”
Storia della Guerra di Liberazione 1943-1945 nei luoghi del presente
Il quadro contenuto in questo film-documentario, oltre a richiamare all’attenzione vicende importanti che hanno condizionato la nascita e la costruzione della democrazia repubblicana anche a Montecchio Precalcino, vuole sollecitare una riflessione più ampia sui vuoti di memoria, reali o strumentali, che hanno caratterizzato l’opinione corrente su queste vicende.
La particolare situazione venutasi a creare a livello locale, sia durante il fascismo di regime che in quello repubblichino, ha fatto di Montecchio Precalcino un caso anomalo in tutto il vicentino.
Montecchio Precalcino nella II Guerra Mondiale – Quaderno n: 1 Anno 2010
“C’è qualcuno fra voi, o camerati, che ricorda l’inedito discorso di Eboli pronunciato nel luglio del 1935 prima della guerra etiopica? Dissi che avremmo spezzato le reni al Negus. Ora, con la stessa certezza assoluta, vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia” (Benito Mussolini)
N. B. Le copie cartacee del presente volume sono terminate, ma è possibile qui scaricarlo integralmente diviso in cinque parti.
A Montecchio Precalcino, un altro esempio di memoria collettiva manipolata, si trova nelle vicende legate al periodo immediatamente successivo alla Liberazione e alle violenze cui sarebbero rimasti vittime alcuni fascisti.